SAN MARINO. Uno Stato sovrano nel cuore dell’ Europa. Fondata il 3 settembre del 301 d.C. è il più antico Stato Sovrano e Repubblica Costituzionale del mondo. Il Centro storico, dichiarato Patrimonio dell’ Unesco nel 2008, si snoda sulla cima del monte Titano ad un’ altitudine di 750 mt. sul livello del mare ed è racchiuso da mura in pietra di epoca medioevale. |
TORRIANA. Torriana, a pochi chilometri da Verucchio, è costruita su uno sperone di roccia e per l’incantevole vista che si ha sulla costa è conosciuta come il “balcone della Romagna». A poca distanza si erge un altro castello perfettamente conservato e visitabile, quello di Montebello, famoso per il fantasma di Azzurrina, una bambina che nel 1375 scomparve e non se ne ritrovò il corpo. La leggenda tramanda che ogni lustro, negli anni che terminano con le cifre 0 o 5 ricompare. Pro Loco Torriana Montebello: via Roma, 7 tel. 0541675402 |
MONTEFIORE CONCA. Nella terra dei Malatesta, lungo la valle del Conca, si trova uno dei 100 Borghi più belli d’Italia: Montefiore Conca. Qui si respira un’aria particolare. Sarà per la rocca imponente con le sue linee severe che si scorgono sin dal mare, saranno i boschi e le campagne che circondano il centro storico, saranno le sue botteghe di artigiani, i suoi antichi rituali, la vista dei monti dell’Appennino e di tutta la costa romagnola: tutto contribuisce a creare una situazione speciale dove storia e natura hanno trovato un ottimo equilibrio. Da visitare il centro storico che ha come perno la sovrastante Rocca: le strette vie del borgo fortificato si arrotolano ai suoi piedi e convergono verso un’unica porta di accesso. La regina, qui, è la castagna, proveniente da due grandi boschi, il Faggeto e il Monte Auro, e da altri più piccoli. In suo onore si celebra una sagra, tutte le domeniche di ottobre. Il piatto del Borgo sono i passatelli, cotti nel brodo di carne, e naturalmente le caldarroste di Montefiore accompagnate da vino novello. Pro Loco Montefiore Conca: via Roma, 2 tel. 0541 980189 |
VERRUCCHIO. Verucchio già 3000 anni fa fu insediamento villanoviano e ne rimane importantissima testimonianza nel Museo Archeologico ricavato dall’antico convento di Sant’Agostino. Intorno all’anno 1000 il nome del paese si lega a quello dei Malatesta. Verucchio starebbe allora a significare ‘Vero Occhio’ della Romagna per la sua particolare posizione strategica. Cucina locale: oltre alla sempre presente piadina con affettati, ottime le tradizionali tagliatelle con ragù di carne e la grigliata di carni miste con castrato. Non mancano i sapori forti del bosco con funghi, tartufi e cacciagione. |
SANTARCANGELO. L’atmosfera è quella di un grande borgo che vuole vivere con i ritmi giusti, attento al proprio aspetto: gli ospiti percepiscono subito una forte identità romagnola. Santarcangelo si sviluppa in epoca romana. Il cuore del paese antico è adagiato su un morbido colle chiamato colle di Giove; qui ancor oggi è ben riconoscibile la tipica struttura del borgo fortificato medioevale. Il Medioevo lasciò una impronta indelebile sulle contrade alte del centro storico sui cui domina la solida Rocca, baluardo strategico sulla pianura circostante. Santarcangelo, è anche un buon punto di partenza per l’esplorazione della Val Marecchia, vallata appenninica che s’incunea in direzione del Monte Carpegna e del Fumaiolo. Proloco: via Di Nanni, 62 tel 0541621510 |
SAN LEO. San Leo, detta già Montefeltro, è situata a metri 583 s.m., a 32 km. da Rimini, nella Val Malrecchia (SS 258), su un enorme masso roccioso tutt’intorno invalicabile; vi si accede per un’unica strada tagliata nella roccia. L’antichissima città che fu capoluogo (dall’origine alla fine) della contea di Montefeltro e teatro di battaglie civili e militari per circa due millenni, assunse con Berengario II il titolo di Capitale d’ltalia (962-964). S. Leone (sec. IV d.C.) ne fu l’evangelizzatore. Nel forte, trasformato in prigione durante il dominio pontificio, furono rinchiusi il conte di Cagliostro, che vi morì nel 1795, e Felice Orsini (1844). Notevole il patrimonio architettonico conservato: la pieve preromanica, il duomo romanico lombardo del sec. Xll, il forte; Il Museo di arte sacra recentemente allestito nel Palazzo Mediceo, sparsi sul territorio comunale, i ruderi di diversi castelli, tra i quali quelli di Pietracuta, e di Piega, il convento francescano di S. Igne, il convento domenicano di Monte, di Pietracuta, la chiesa di Montemaggio, con un pregevole soffitto di legno a cassettoni. Il panorama che si gode da San Leo è uno dei più belli e caratteristici della regione, la vista spazia sui monti circostanti e lungo, la vallata del Marecchia, fino al mare. Ufficio Informazioni Turistiche tel. 0541916306 – 0541926967 |
MONDAINO. Su un’alta collina della media Valconca, dove un tempo pascolavano i daini e sorgeva un tempio dedicato a Diana, gran dea della caccia e protettrice delle selve, nacque un paese. Il “monte dei daini” divenne un caposaldo della Signoria dei Malatesta sui confini con le terre dei rivali Montefeltro, duchi di Urbino. Mura e porte fortificate, una potente rocca e tutta la struttura del paese ci parlano di questo passato che ogni anno rivive in una delle rievocazioni storiche più curate e coinvolgenti di tutta la Signoria e dell’intera Emilia Romagna. Ma la storia ha regalato a Mondaino belle cose anche nei secoli successivi, come la sua singolarissima piazza circolare, i suoi palazzi e le chiese. Il paesaggio fatto di campagne e macchie è ancora integro e rurale, pronto per essere attraversato e apprezzato in tutte le stagioni. Proloco: tel. 0541 869046 |
GRADARA. Gradara più che in tutti gli altri castelli malatestiani, in essa circola ancora aria di cavalleria cortese e crudele, mescolata al ricordo delle ultime prodezze dello sventato e coraggioso Sigismondo Malatesta, prima del declino. Costruita su una collina a 5 chilometri dalla spiaggia di Cattolica, la Rocca di Gradara è un magnifico esempio di architettura militare del XIV secolo. Il castello è visitabile e contiene, oltre all’armeria, una sala delle torture, una cappella con sull’altare una terracotta di Andrea della Robbia e, al piano superiore alcuni ambienti con i mobili originali del Quattro e Cinquecento. Anche le mura che ancora circondano interamente il borgo antico sono percorribili e dalla torre più alta si gode un buon panorama sul territorio circostante. A Gradara soggiornarono, tra gli altri, anche Francesca da Rimini e Lucrezia Borgia e, quando nel 1289 i Malatesta erano esuli da Rimini, proprio a Gradara si consumò la passione e la tragedia di Paolo e Francesca, eternati da Dante nel V canto dell’Inferno. Associazione Pro Loco tel. 0541-964115 |